Tutte le piante di cannabis appartengono alla specie Cannabis Sativa L., i termini Sativa e Indica vengono usati per descrivere le categorie che indicano il posto di una determinata varietà, la maggior parte delle Indica proviene dall’Asia centrale e dall’india, mentre le Sativa hanno origine dalla Tailandia, Giamaica, Messico, comunque per quanto riguarda l’aspetto della pianta, i tempi di fioritura e l’effetto che inducono nel corpo hanno delle differenze.

La tipologia che viene coltivata in Italia è la Sativa, i principi attivi sono detti cannabinoidi, questa varietà presenta un livello di THC, inferiore allo 0,2%, responsabile dell’effetto psicoattivo, mentre è ricca di CBD o cannabidiolo interessante per alleviare diversi disturbi fisici e mentali.

La Cannabis sativa ha un seme molto nutriente infatti le proteine presenti sono circa pari al 20/25%, contiene tutti gli amminoacidi essenziali, l’acido linoleico omega-6 e l’acido alfalinoleico omega-3 sono nel giusto rapporto per l’organismo umano, inoltre sono ricchi di vitamine, fitosteroli, caroteni e minerali. Dalla spremitura a freddo dei semi si può ricavare un olio ad uso alimentare e cosmetico che risulta essere un portento se usato con quotidianità. Dai semi è possibile anche ricavare farine per la creazione di prodotti da forno dolci e salati.

Perchè assumere l’olio di canapa?

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’assunzione di omega 6 e 3 in rapporto da 3:1 a 5: 1 e l’olio di canapa come l’olio di pesce ne contiene in rapporto ottimale di 3:1 e la sua assunzione non ha controindicazioni, la differenza tra i due è che l’olio di pesce contiene circa il 35% di acidi grassi polinsaturi mentre quello di canapa ne contiene il 75% circa, estratto con spremitura a freddo. Le sue proprietà sono:

  • antiossidante
  • antinfiammatorio
  • immunomodulante
  • remineralizzante

Per beneficiare degli effetti positivi che possiede l’olio di canapa sul nostro organismo possiamo utilizzarlo:

  1. internamente: assumendo 1-2 cucchiaini puri al giorno per un periodo più o meno lungo, riscontrando così un miglioramento dell’ infiammazioni osteo-articolari; nelle malattie invernali come raffreddore, sinusite, bronchite; nell’abbassamento significativo dei livelli di colesterolo e trigliceridi
  2. esternamente: applicandolo sulle parti interessate da eczema, dermatite, psoriasi, acne, forfora

Non possiede effetti collaterali, può essere somministrato a tutti e l’importante è il suo uso a crudo per mantenere inalterate le sue caratteristiche organolettiche.

Dalla canapa si impiegano anche i semi dall’alto valore proteico infatti sono stati proposti come rimedio alla carenza di proteine dei paesi in via di sviluppo. Hanno un sapore piacevole possono essere aggiunti a yogurt, insalate o mangiati tal quali, utili anche per gli sportivi; se macinati si ricava la farina adatta alla preparazione di dolci e salati. Altri usi della canapa: dal fusto si ricava una fibra tessile adatta alla creazione di vestiti, di carta, di tavole per edilizia e di combustibile.

E per chi si vuole sperimentare la farina di canapa ecco una ricetta che sembra essere veramente deliziosa:

 

INGREDIENTI:

per i passatelli

150 g semola di grano duro

30 g farina di canapa

acqua q.b.

per il pesto

40 g di foglie di amaranto selvatico

15 noci

2 spicchi d’aglio

olio evo q.b.

sale grosso q.b.

pepe q.b.

per guarnire

pomodori secchi (preferibilmente al naturale)

 

PROCEDIMENTO:

Setacciamo la farina di canapa e la semola di grano duro su una spianatoia e creiamo il classico vulcano centrale, nel quale andremo a mettere dell’acqua tiepida nella quantità di circa metà rispetto al peso delle farine. Impastiamo fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea e lasciamola riposare 15 min coperta da un canovaccio di stoffa. Prendiamo un mortaio e procediamo come per il pesto classico: prima il sale grosso, poi le noci, poi gli spicchi d’aglio e infine le foglie di amaranto accuratamente lavate e private del gambo. Pestiamo bene il tutto aiutandoci con un po’ di olio evo e alla fine aggiungiamo altro olio evo finchè non otteniamo una cremina della consistenza classica del pesto. Aggiungiamo del pepe a piacere. Riprendiamo l’impasto dei passatelli e mettiamolo in uno schiacciapatate, dai fori possibilmente non troppo stretti, infarinato all’interno. Andiamo a schiacciare e, man mano che i passatelli escono, usiamo un coltello dentellato e infarinato per tagliare la pasta della lunghezza desiderata, idealmente intorno ai 6 cm. Man mano che la pasta ricade sulla spianatoia, infariniamola ancora per evitare attaccature. Portiamo a bollore una pentola d’acqua salata e caliamo i passatelli, a seconda dello spessore varierà il tempo di cottura. Noi li abbiamo scolati dopo 6 minuti. In una ciotola, mescoliamo la pasta col pesto di amaranto e aggiungiamo i pomodori secchi, divisi in pezzi non troppo grandi.

 


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