Le Proantocianidine oligomeriche chiamate anche OPC, appartengono alla classe dei bioflavonoidi e sono formate da catechine ed epicatechine legate tra loro; sono molto importanti, soprattutto per le proprietà antiossidanti e protettive dei vasi sanguigni infatti, proteggono i tessuti dalla degradazione del collagene e dell’elastina conferendo maggior resistenza a cartillagini e tessuti venosi e arteriosi, per questo utili a soggetti che soffrono di insufficienza venosa, capillari fragili ed edemi, oltre ad essere di sostegno nell’attività fisica riducendo i tempi di recupero e migliorando l’elasticità dei tessuti. Riducono la formazione di radicali, importanti così, anche per il foto invecchiamento, possiamo dire che funzionano da schermo naturale per le radiazioni solari, cosigliate in prevenzione della formazione delle macchie scure della pelle. Hanno la capacità di ridurre il rilascio di istamina, agendo da agenti anti infiammatori e anti allergici e possono essere d’aiuto anche nelle problematiche dermatologiche che causano dermatite e psoriasi.

Dove si trovano in natura?

Si trovano principalmente nella corteccia di pino, nei semi dell’uva e nel vino rosso, ma anche in agrumi e mirtilli. Mi soffermerò a parlare del Pinus pinaster Aiton detto anche pino marittimo, dal punto di vista morfologico è simile ad altre specie del genere. Il suo habitat è vasto infatti si può trovare dal livello del mare a 2100 m di altitudine, tipico comunque della fascia mediterranea. I principali principi attivi sono contenuti: nelle gemme e negli aghi ( olio essenziale: alfa-pinene, carene, canfene, beta-pinene, limonene, mircene, cineolo, linalolo e acetato di bornile) con azione espettorente, balsamica e antireumatica e nella corteccia ( opc) le cui azioni sono state descritte precedentemente.

Controindicazioni delle Proantocianidine.

Da non assumere in gravidanza e allattamento e in caso di terapia farmacologica poichè le OPC possono interferire con i farmaci ad azione immunosoppressiva.

Curiosità.

Il pino è legato alla tradizione Natalizia come l’Abete. Dal Pino silvestre si ottiene la trementina, utilizzata per i colori adatti a decorare la porcellana. Il loro profumo balsamico evoca divinità benevole. Esiste un legame tra il Pino e la Vite, si dice che prospera nei terreni caldi, quelli che preferisce anche la vite, la sua resina serve poi alla conservazione del vino. Ancpora oggi, in Grecia, esiste il vino resinato. Il Pino è un albero ermafrodito, per questo ha ispirato un mito dell’Asia Minore che aveva per protagonista un androgino. Per Plinio il Pino era un albero che desta stupore perchè porta contemporaneamente frutti maturi ed altri che saranno pronti l’anno successivo. C’è effettivamente una distribuzione regolare in modo che tutti i mesi vi siano pigne in via di maturazione. In estremo oriente il Pino evoca l’immortalità per il suo legno robusto e gli aghi sempreverdi; gli immortali Taolisti, per questo motivo, si nutrono di resina ed aghi. E’ anche il simbolo della potenza e della fecondità, segno quindi di buon augurio. In Giappone è il simbolo della forza inestirpabile, degli uomini che hanno saputo serbare intatti i loro pensieri, simile all’albero che esce sempre vincitore da assalti di tempeste e vento.

 

 

 


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